Raccontami di te…Lucia Vasini, in palcoscenico tra arte e umiltà

Lucia scosta la ciocca di capelli dalla fronte e ti fissa con i suoi occhi grandi, con una espressione seria… ma all’improvviso le labbra si schiudono su un sorriso aperto, cordiale che sa metterti subito a tuo agio. Lungi da lei atteggiamenti da diva, anzi, la sua semplicità la rende subito amica dell’interlocutore. E viene spontaneo allora, chiederle di autodefinirsi, così, quasi per gioco, con tre parole. Una celia a cui Lucia Vasini, che ci ha concesso questa intervista, partecipa volentieri…

“Tre parole per definirmi? Posso dire la canzone…sole, cuore…amore. Scherzi a parte, è difficile farlo; sono un’attrice e sono sempre alla ricerca dei miei confini e sono una persona molto curiosa. Quando insegno dico proprio agli attori di non definirsi…”

Lucia Vasini con Diego Abatantuomo

Quale è la cosa più bella della tua vita e quella meno bella?

“La più bella quella di aver fatto un buon lavoro con mio figlio e con il suo papà…la meno bella quando perdi degli affetti, come per esempio i genitori”.

L’arte di interpretare: professionalità, passione, predisposizione, cosa conta di più alla fine?

“Conta di più quello che dice Cechov, cioè la capacità di soffrire e di entrare nella capacità delle cose e di accettare quello che è la vita. E’ la capacità di non fermare la vita ma di entrarci dentro con coraggio”.

Due tuoi mentori a cui sei stata molto legata sono stati Dario Fo e Franca Rame. Ci racconti?

Sono state due figure fondamentali nella mia vita. Sia Franca che Dario sono stati amici e maestri, che mi hanno protetto e aiutato. Il teatro italiano ha leggi molto severe e il talento da solo non basta…per un periodo mi hanno dato man forte e sostenuto anche con i loro testi. E come non ricordare l’esperienza con Mistero Buffo? Fo ha rappresentato per il teatro italiano una vera e propria rivoluzione: non solo un attore o autore ma anche promotore di un teatro con una funzione sociale e di aiuto agli altri. Quante volte si è speso, si sono spesi entrambi, per chi aveva bisogno o era in difficoltà! Lui era davvero un ricercatore dell’anima, di una profondità immensa”.

MILANO: GRASSO E’ BELLO CON LUCIA VASINI…il saluto di Franco Rame

Chiediamo allora a Lucia Vasini un ricordo…

Nel 2008, Franca mi diede un suo testo che io misi in scena in un teatro di Milano. Si trattava di ‘Grasso è bello’ era una commedia, che prevedeva scenografie e costumi. In questo caso però io l’avevo trasformata in un monologo, recitandone tutti i ruoli e senza costumi per questioni economiche. Dario e Franca vennero alla prima, io avevo una paura pazzesca….Nel camerino Dario mi consigliò di fare una premessa ad inizio spettacolo, spiegando al pubblico che per carenza di budget non si erano potuti comprare i costumi che mi avrebbero ingrassato e che pur avendo mangiato a dismisura nei giorni precedenti la messa in scena, non ero riuscita nemmeno ad ingrassare il fondo schiena! Poi Dario salì sul palco facendo il prologo e Franca al termine fece la stessa cosa dicendo che da quel momento la commedia sarebbe diventata un monologo tanto le era piaciuto il mio. Ecco bontà e fiducia, questo quello che esprimevano Dario e Franca, dei veri maestri”

 

  

con Paolo Rossi e Cornacchione

Quanto conta l’amore nella tua vita?

E’ totale. E’ quella frase ‘Ama il prossimo tuo come te stesso’ che è difficile …sembra semplice ma non lo è. Perché amare se stessi è molto difficile. Poi ami gli altri …ma è amore o bisogno di…?Come dice il Piccolo Principe, è la differenza tra amare e volere bene”.

Un bel libro “Nessuno dei due” che hai presentato anche in riviera a Cervia lo scorso agosto.

Non sono una scrittrice e un po’ mi vergogno di questa cosa. Mi rendo conto che non è il mio lavoro. Ma a me è servito, è stato terapeutico. E’ un excursus sulle mie esperienze artistiche.

Parlo di tutti con molta confidenza, in realtà scrivendolo mi sono resa conto che ho conosciuto un sacco di gente famosa e importante. Parlo però di essere umani perché al di là dei nomi contano le persone. Persone che lasciano il segno. Anche la grandezza di un maestro come Leo Amici che non ho sconosciuto fisicamente ma solo attraverso Carlo e Daniela, ha lasciato il segno. Basta vedere le azioni concrete della Fondazione”.

Che cosa resta di questa esperienza che è cominciata proprio un anno fa con il musical Sicuramente amici, a Genova con Notte Gitana, specialmente per te, che non ami cantare e men che meno ballare…

Resta la certezza dell’amicizia, il calore. E questo ti da sicurezza nella vita. Perché ti senti amato, tanto amato. Però deve essere una cosa reciproca ed io mi sento sempre un po’ in difetto, come di non corrispondere del tutto.

E’ importante sentirsi amati ma anche impegnarsi per ricambiare l’affetto. In questo senso cerco di fare sempre tutto quello che posso…Ma vorrei fare sempre di più”.